La vita scorreva e loro pregavano, giorno e notte
Da cent'anni è lì nascosto il cuore di Firenze

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(Giovedì 10 gennaio 2002)

di Divo Barsotti

La vita scorreva e loro pregavano, giorno e notte
Da cent'anni è lì nascosto il cuore di Firenze

Dal 1902 a oggi sono passati cent'anni dacché nel centro della città di Firenze, in una piccola chiesa si fa l'adorazione al Sacramento esposto solennemente sull'altare.
Attualmente per pochi giorni le grandi cattedrali si riempiono di fedeli; hanno una loro ragione di sussistere come proclamazione solenne di tutta una comunità umana che riconosce in Cristo il suo Salvatore, ma forse è nell'umile chiesa delle "Carmelitane di Firenze" che è il cuore della città. In questa piccola chiesa, giorno dopo giorno, senza che mai sia stata interrotta l'adorazione a Gesù nell'Eucarestia, si sono avvicendate le suore e i fedeli nell'adorazione. È Lui il Re che viene onorato. Il suo nascondimento sotto le specie del Pane lo ha reso più vicino ad ognuno di noi, ci ha insegnato quali sono le virtù che meglio possono contribuire alla vita degli uomini, alla vita delle nazioni.
È in questa adorazione fervida e umile insieme che il nostro Dio si fa nostro compagno, nostro aiuto, nostra viva speranza, nostro alimento all'amore dei fratelli. Non è questo forse lo stile di Dio? Se Dio è amore, non è forse questa umiltà che meglio rivela il dono che Egli ci ha fatto di sé?
In questo suo nascondimento Egli non solo si dona a noi senza misura, ma vuole anche associare gli uomini alla sua adorazione al Padre. Certo, Egli è Dio, ma facendosi uomo Egli si è fatto veramente nostro compagno e nostro aiuto per vivere una vocazione che rimane sempre una partecipazione alla sua vocazione umana. Noi adoriamo Gesù presente nell'Eucarestia, sappiamo tuttavia che non è Lui il termine ultimo della nostra adorazione, ma piuttosto noi siamo associati al Figlio di Dio nella sua adorazione al Padre. È da questa umile chiesa che sale al Padre Celeste l'adorazione e la lode degli uomini a Dio. In questa chiesa nascosta tra i palazzi la città vive l'atto supremo della sua fede, l'atto supremo dell'adorazione stessa del Cristo al suo Padre Celeste.
Per questo è in questa chiesetta il cuore della città. Dobbiamo ricordare il giorno in cui è iniziata l'adorazione che non si è più interrotta nemmeno nei momenti più gravi di questi cento anni: i bombardamenti della guerra, l'alluvione.
Quanto deve la città alle suore che si avvicendano giorno e notte in questo servizio di amore? Ricordare che sono passati cent'anni dal giorno nel quale fu esposto il Santissimo è un dovere per tutti i fiorentini. Questa è la grazia che le suore ci hanno fatto: di non anteporre gli uomini a Dio, il servizio ai fratelli all'adorazione del Padre. È dunque un atto di riconoscenza quello che noi vogliamo compiere con queste poche parole, sicuri che le suore non verranno meno all'impegno che si sono prese cent'anni fa di fare sì che perennemente la città viva il riconoscimento del primato di Dio nel senso vivo di questa presenza nascosta ma reale, di questa presenza segreta ma operante nel cuore degli uomini.

(Divo Barsotti)




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