Falso il film su Pio XII
AVVENIRE
(Venerdì 15 febbraio 2002)
di Antonio Gaspari
Padre Peter Gumpel: «In Amen di Cista Gravas i peggiori luoghi comuni»
Falso il film su Pio XII
«Il film di Costa Gravas mette insieme i peggiori luoghi emersi negli ultimi anni contro la Chiesa e contro Papa Pio XII in particolare. Come è possibile che in nome della libertà artistica si possano diffondere tante calunnie con argomenti fasulli? ».
Questo il parere fermo e preciso di Padre Peter Gumpel, relatore per la causa di beatificazione di Pio XII e uno dei massimi esperti per la storia di quegli anni, in merito al film "Amen" presentato a Berlino mercoledì scorso.
«Senza nessuna seria documentazione storica - continua padre Gumpel - Costa Gravas cerca di far passare un'interpretazione della realtà che è esattamente il contrario della verità.
Ci sono centinaia di testimonianze da parte ebraica che provano come papa Pio XII ha fatto tutto il possibile per salvare gli ebrei. In una lettera inviata alla Madre Superiore della Suore di San Giuseppe di Chambéry, che li nascondeva nel convento, Pio XII parla degli ebrei come "diletti figli".
Poi non è vero che il Papa è stato così silenzioso come dicono: ha fatto moltissime proteste contro il regime nazista, e ha utilizzato pure il suo denaro personale per assistere e salvare gli ebrei.
E basta leggere la stampa nazista per scoprire che Pio XII era l'uomo più odiato da Hitler. E basta leggere la stampa ebraica di quegli anni per constatare quanto gli ebrei fossero grati al Papa per come ha agito».
Costa Gravas ed i critici di Pio XII sostengono che il Papa non ha mai pronunciato la parola ebrei...
«Anche questa affermazione non è vera. Basta leggere la prima enciclica di Pio XII, "Summi Pontificatus" per trovare che Pacelli indica chiaramente "i giudei" come parte dell'umana famiglia. Questa enciclica fu proibita in Germania. I francesi ne distribuirono 88.000 copie nel territorio tedesco. La gioventù hitleriana ebbe l'incarico di raccogliere tutte le copie e distruggerle».
Costa Gravas sostiene che proteste come quelle fatte dalla Chiesa cattolica per impedire l'eutanasia dei malati di mente, potevano essere fatte contro la persecuzione degli ebrei...
«Purtroppo, nonostante le proteste cattoliche, Hitler portò avanti il programma di eutanasia per i malati di mente e lo estese anche ad altre categorie sociali e di razza. Furono proprio i fallimenti e le ritorsioni che facevano seguito alle proteste pubbliche, che convinsero Pio XII a concentrare gli sforzi della Chiesa in progetti di assistenza segreta per i perseguitati».
Cosa pensa dei due protagonisti del film di Costa Gravas?
«La storia del capitano delle SS, Kurt Gerstein è molto ambigua e contraddittoria. Oppositore del nazismo da giovane, poi volontario nelle SS, Gerstein divenne un ufficiale addetto al reperimento e distribuzione del gas letale Zyklon-B. Si presuppone che si pentì e che volesse aiutare i perseguitati, ma la sua storia è ancora oggi piena di misteri. Dalle dichiarazioni presentate al Processo di Norimberga risulta che parte della storia da lui raccontata è falsa. Tentò di mettersi in contatto con la Nunziatura della Santa Sede a Berlino, ma Il Nunzio temendo una trappola, lo fece mettere alla porta. Morì suicida, o forse assassinato in una prigione in Francia. Di Riccardo Fontana, il presunto gesuita che si trovava nella Nunziatura di Berlino, non posso dire nulla perché è un personaggio che non è mai esistito, una pura invenzione. Se Costa Gravas avesse voluto raccontare di sacerdoti che hanno perso la vita per salvare gli ebrei, non aveva che l'imbarazzo della scelta. Invece si è inventato un personaggio che non trovando solidarietà nella Chiesa si finge ebreo per morire in un lager».
(Antonio Gaspari)
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