Il Papa ad Atene a colloquio con Stefanopoulos

CORRIERE DELLA SERA
4 maggio 2001
ESTERI

E' la prima visita di un pontefice dallo scisma d'Oriente

Il Papa ad Atene a colloquio con Stefanopoulos

Al suo arrivo Giovanni Paolo II non ha baciato la terra come chiesto dagli ortodossi. Poi l'incontro con il presidente greco

ATENE (GRECIA) - Il Papa e' arrivato ad Atene, prima tappa del suo viaggio pastorale che lo porterà anche a Damasco, in Siria. E' la prima visita di un pontefice nello stato ellenico dopo lo scisma d'Oriente (avvenuto nell'undicesimo secolo).

IL PAPA ACCOLTO DAL MINISTRO DEGLI ESTERI - Giovanni Paolo II, al suo arrivo oggi ad Atene, non ha baciato il suolo greco, accogliendo il desiderio più volte polemicamente espresso dagli estremisti ortodossi in queste ultime settimane. Ad accoglierlo all'aeroporto il pontefice ha trovato il ministro degli Esteri Papandreu. Il corteo del Papa, composto da otto «Mercedes» blindate, numerose autopattuglie e staffette di motociclisti, è arrivato al Palazzo presidenziale di Atene, per l'incontro con il presidente della repubblica greco Costis Stefanopoulos. Il Papa è stato accolto dal picchetto d'onore degli Euzoni, la Guardia presidenziale con il suo tradizionale costume con il gonnellino bianco, ai quali ha rivolto un gesto di saluto. Tutta la zona è bloccata da un'ampia cintura di sicurezza.

LA SCELTA DEL PAPA - Il progetto di questo viaggio papale nasce nel 1994 con la lettera apostolica Tertio Millennio Adveniente, con la quale è iniziata di fatto la preparazione della Chiesa al Giubileo. Era manifesta intenzione di Wojtyla recarsi pellegrino sui luoghi sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento: sulle orme di Abramo, di Mosè, di San Paolo e di Cristo. Ad oggi, dei viaggi programmati per abbracciare i tragitti spirituali e geografici legati a queste figure (Monte Sinai, Terra Santa, Atene, Damasco e Malta) solo uno rimane ancora incompiuto. E’ il viaggio a Ur dei Caldei, la cittadina, situata oggi nella cosiddetta "no fly zone" irachena, che la tradizione vuole sia stato il paese natale di Abramo , patriarca comune a ebrei, cristiani, e musulmani. La visita in Iraq era già stata fissata più volte nei minimi dettagli, quando il governo di Bagdad mandò definitivamente all’aria il progetto nell’autunno del 1999.

IL VIAGGIO PIU' DIFFICILE - Secondo gli organizzatori vaticani, il viaggio sulle orme di San Paolo che inizia oggi, tra tutti quelli fatti finora, è forse quello più difficile. La difficoltà non è dovuta tanto all’età di Giovanni Paolo II e alle sue evidenti difficoltà nel camminare, piuttosto il clima che lo attende, conseguenza di fratture millenarie, di incomprensioni secolari con il mondo ortodosso. Ma la situazione complicata non spaventa l’anziano pontefice che vuole portare la presenza di Cristo anche nei luoghi più lontani fisicamente e spiritualmente come ama ripetere e come ha invitato a fare nella lettera «Novo Millennio Ineunte», il documento programmatico della Chiesa del terzo millennio.

A Damasco, capitale di un Paese segnato dai conflitti politici e interreligiosi, Wojtyla penetrerà il quarto tempio più importante in assoluto per l’Islam, la moschea musulmana Ommayyade, un tempo splendente basilica bizantina. Questa visita probabilmente getta le basi per un nuovo rapporto con l’Islam nel XXI secolo. E’ ritenuto straordinario il gesto dei musulmani di aprire le porte del loro tempio per offrire al Papa di pregare davanti all’edicola dove si conservano i resti di San Giovanni Battista, e dove migliaia di musulmani ogni giorno si fermano in preghiera.




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