E' il primo pontefice a entrare in un luogo di culto musulmano
DAMASCO - Il Papa è entrato nella grande moschea omayyade di Damasco, primo pontefice nella storia a varcare la soglia di un luogo di culto musulmano. Prima fare ingresso nell'area della preghiera, Giovanni Paolo II ha indossato una paio di pantofole bianche. La moschea sorge al centro del suk (mercato) di Damasco, i cui negozi sono oggi rimasti aperti, nonostante la visita del Papa e la giornata di festa. In Siria, si celebra infatti oggi la Festa dei Martiri. Sull'ingresso del cortile della moschea erano appesi diversi striscioni su due di quali è scritto: «pace e giustizia sono insegnamenti divini», in inglese e, in francese, «dov'è la pace giusta sulla terra della pace».
MISURE DI SICUREZZA - Secondo quanto ha riferito la radio di Stato, oltre mille soldati gestiscono le misure di sicurezza. Al suo arrivo, il Papa è stato accolto dal ministro per gli affari islamici, Mohammad Ziadi e dal mufti della Siria Hamad Kiftaro. Dopo essersi tolto le scarpe, così come tutto il suo seguito, Papa Giovanni Paolo II, camminando lentamente, è entrato nel cortile della moschea, accompagnato dalle massime autorità religiose islamiche siriane. Il custode della moschea, Abdul Razak Al-Halabi, camminando accanto al Pontefice, ha fatto da «cicerone», raccontando la storia millenaria del tempio. Il Papa è giunto davanti allla tomba di Giovanni Battista, dove, in un silenzio generale, è rimasto alcuni istanti in raccoglimento.
STORICO INCONTRO - Il Gran Muftì di Damasco sceglie lo storico incontro con Giovanni Paolo II nella moschea degli Omayyadi per attaccare duramente la politica israeliana. Sotto i riflettori delle tv di mezzo mondo, la massima autorità religiosa siriana ha inoltre chiesto alla comunità internazionale di fare pressione su Israele per fermare la spirale di violenza contro i palestinesi. «Siamo in una delle case di Dio e in un Paese dove c’è civiltà e l’umanità, ma non dobbiamo dimenticare che vicino a noi - ha detto in arabo il religioso - si trova la Terra Santa. E’ questa la terra di Palestina, simbolo di pace dove sono vissuti vari profeti sin dall’inizio dell™epoca cristiana e così anche successivamente quando è iniziato il periodo islamico e la nascita della Moschea della Roccia».
SECONDO CALIFFATO - Kuftaro ha poi messo in luce quanto sia tribolata oggi questa terra. «Non è in pace. Ci sono problemi soprattutto contro il popolo palestinese, cristiano e musulmano. Tutto il mondo vede che le case vengono distrutte, gli alberi vengono tagliati, uomini, donne e bambini ammazzati. E’ una spirale di violenza che vorremmo che finisse. Per questo speriamo che la comunità internazionale, gli Usa, possano intervenire e fare pressione su Israele per raggiungere la pace nella regione». «E’ questo il minimo che possono offrire i cristiani a noi. Noi siamo di cuore aperto, non vogliamo ricordare il passato e gli errori del passato, vogliamo aprire i nostri cuori per la pace tra cristianesmio e Islam. Noi musulmani crediamo a un Dio unico, a tutti i profeti compreso Gesù ed a sua madre».