PROCESSO A KABUL
I talebani: un crocifisso accusa gli occidentali
KABUL - I talebani dell' Afghanistan (la milizia islamica che controlla il Paese) hanno mostrato ieri ai giornalisti le prove che dimostrerebbero la colpevolezza degli otto operatori umanitari occidentali, arrestati il 5 agosto scorso con l'accusa di avere fatto proselitismo cristiano. Fra i «corpi del reato», oltre ad alcuni floppy-disc e a delle audiocassette, sono stati esibiti dei santini, delle Bibbie tradotte e dei crocifissi. Durante la conferenza stampa, il ministro degli Esteri afghano Ahmed Wakil Muttawakil ha ribadito che gli accusati - quattro tedeschi, due americani e due australiani che lavoravano per l'organizzazione non governativa Shelter Now International (Sni) - rischiano pene severe perché nel loro caso non si applica il decreto che prevede per gli stranieri punizioni «solo simboliche» come l'espulsione. Il ministro ha anche negato che sia stato proposto a Washington uno scambio tra gli otto imputa ti e lo sceicco egiziano Omar Abdel-Rahman, detenuto negli Usa per terrorismo. La legge coranica prevede per chi opera conversioni e per chi si converte a una religione diversa dall'Islam la pena di morte per impiccagione.