INTERROGATIVI SU UN PONTEFICE

CORRIERE DELLA SERA
Giovedì, 9 marzo 2000
RELIGIONI

di Indro Montanelli

Colpe della Chiesa, sacrificio di Wojtyla

INTERROGATIVI SU UN PONTEFICE

Parlo da laico - la premessa mi sembra doverosa -, cioe' da uomo che nei problemi della Chiesa e perfino nel suo linguaggio si muove a disagio e sempre a rischio di qualche castroneria. Ma le parole con cui il Papa ha ieri annunziato la celebrazione penitenziale che terra' oggi in San Pietro hanno lasciato senza fiato anche un laico come me. Qualcosa avevo pre sagito, o creduto di presagire in un colloquio avuto qualche anno fa a cena con lui nel suo appartamento privato. Un appartamento isolato in un recesso del Vaticano, che del Vaticano e della sua solennita' sembrava la negazione. Non posso riferirne i termini perche' ero e tuttora mi considero impegnato alla discrezione. Nessuna "rivelazione", intendiamoci, nulla di esplosivo: si parlo' soprattutto di Polonia. Ma capii, o credetti di capire che quel Papa intenso e inteso a frugare dentro se stess o, avrebbe lasciato dietro di se' un cumulo di macerie: quelle della struttura autoritaria e piramidale della Curia romana. Ora mi sembra di capire che quella intuizione vagamente catastrofica peccava, si' , ma per difetto: quelle che Papa Wojtyla si lascera' dietro non sono le macerie soltanto della Curia, ma della Chiesa, o almeno di quella che da duemila anni siamo abituati a considerare tale e ci portiamo, anche noi laici, nel sangue. Nella sua lunga storia la denuncia degli errori commessi in suo nome non rappresenta una novita' , anche se l' uso che se n' e' fatto in questi ultimi tempi, e che sconfina nell' abuso, ci ha lasciato alquanto interdetti. Ma rubricare fra i propri errori, anzi addirittura - se abbiamo ben capito - fra le p roprie colpe anche gli scismi e le conseguenti scomuniche delle altre Chiese cristiane, ortodosse e protestanti, suggerisce anche a noi laici la smarrita domanda: "Ma allora... ?". Non e' un giudizio. È - ripeto - uno smarrimento. Ma piu' che legitti mo, mi sembra. Il cardinale Ratzinger, maestro dei piu' sottili distinguo, ha dichiarato che "e' per risvegliare la coscienza di oggi che la Chiesa riconosce le deviazioni di ieri"; ma ha preso anche, ci sembra, le distanze aggiungendo che "la Chiesa del presente non puo' costituirsi come tribunale nei confronti delle generazioni passate". Due affermazioni che mi sembrano piuttosto difficili da conciliare. Ho un sospetto, che credo di poter enunciare perche' non ha nulla di blasfemo, e neppure d i diminutivo. Questo: che Papa Wojtyla volesse restituire alla Chiesa una vocazione missionaria da secoli offuscata da quella autoritaria per il prevalere dei suoi interessi temporali su quelli spirituali; che anche per questo abbia sollecitato l' ai uto delle altre Chiese cristiane anche col sacrificio del proprio primato; e che ora stia cercando di forzare i tempi di questo lungo e secondo noi impossibile processo perche' si sente incalzato dalla morte di cui non ha paura, ha paura soltanto che non gli consenta di compiere la sua missione. Ma ripeto: nient' altro che un sospetto.

(Indro Montanelli)




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