di Luigi Accattoli
CITTÀ DEL VATICANO - Il Papa protesta con l' Europa: considera «ingiusto e sbagliato» che la dichiarazione di Laeken non abbia citato le religioni tra i partner da consultare in vista della Costituzione europea. Una protesta dura e diretta, formulata durante l' incontro con il corpo diplomatico per gli auguri di «Buon anno». E non è la prima volta che Giovanni Paol o si lamenta dell' Europa: già nel dicembre del 2000 aveva denunciato il fatto che la Carta europea dei diritti (approvata allora dal vertice di Nizza) non avesse fatto «neppure un riferimento a Dio». Nell' udienza al corpo diplomatico il Papa tracci a - a ogni inizio d' anno - una panoramica mondiale, indicando risultati e insuccessi della concertazione internazionale. Ieri, tra l' altro, ha affermato che «la legittima lotta contro il terrorismo», che ha «ridato la parola alle armi», non deve fa r desistere dalla ricerca dei «mezzi più adatti a sradicare il terrorismo». E ha sollecitato la comunità internazionale a farsi presente nel conflitto medio-orientale con «mezzi pacifici e appropriati». Tra i «motivi di soddisfazione» per l' annata d iplomatica, Giovanni Paolo ha citato per prima l' «unificazione progressiva dell' Europa», della quale è simbolo la «tappa decisiva» dell' adozione dell' euro. E ha subito raccomandato che «l' allargamento dell' Unione continui a costituire una prior ità»: si sa che al Papa slavo sta a cuore l' ampliamento verso l' Est. Ma eccoci alla protesta: «So inoltre che ci si sta interrogando circa l' opportunità di una Costituzione dell' Unione. A tal proposito, è fondamentale che siano sempre meglio espl icitati gli obiettivi di questa costruzione europea e i valori sui quali essa deve basarsi. Per questo, non senza una certa tristezza, ho preso atto del fatto che, fra i partner che dovranno contribuire alla riflessione della "Convenzione" istituita nel corso del summit di Laeken lo scorso mese, le comunità dei credenti non sono state citate esplicitamente». «La marginalizzazione delle religioni - ha continuato Giovanni Paolo -, che hanno contribuito e ancora contribuiscono alla cultura e all' u manesimo dei quali l' Europa è legittimamente fiera, mi sembra essere al tempo stesso un' ingiustizia e un errore di prospettiva». A chi gridasse all' ingerenza e si appellasse alla laicità il Papa risponde in anticipo che «riconoscere un fatto stori co innegabile (il ruolo delle religioni in Europa, ndr) non significa affatto disconoscere l' esigenza moderna di una giusta laicità degli Stati, e dunque dell' Europa!» Si dice in Vaticano che il Papa si sia personalmente risentito quando venne info rmato del testo preciso della «Dichiarazione di Laeken sul futuro dell' Europa», che è datata 15 dicembre e che affida a Giscard d' Estaing la presidenza della Convenzione (con Amato e Dehaene vicepresidenti). Quella dichiarazione prevede che venga a ttivato un «forum» per la consultazione più ampia, che tenda a raggiungere «tutti i cittadini» dell' Unione, attraverso le varie «organizzazioni della società civile» e tra parentesi cita: «parti sociali, mondo degli affari, organismi non governativi , università ecc.». Raccontano dunque in Vaticano che il Papa, sentendo leggere quel testo, abbia esclamato: «E le Chiese e le religioni? Sono finite nell' eccetera?» Commentando ieri per l' emittente «Telepace» il discorso del Papa, il presidente de lla Camera Pier Ferdinando Casini ha definito Wojtyla «un padre di questa Europa che stiamo costruendo» e ha detto che la consultazione delle «confessioni religiose» dovrà esserci senz' altro: «I giochi sono apertissimi, dato che la Convenzione si st a insediando ora». La mancata menzione della «eredità religiosa» dell' Europa nella Carta dei diritti, firmata a Nizza nel dicembre del 2000, è stata oggetto, due settimane addietro, di un' aspra polemica tra Francesco Cossiga e il premier francese L ionel Jospin: a Cossiga, che l' accusava d' essersi opposto a quella menzione, Jospin rinfacciava «l' abitudine a fare dichiarazioni oltraggiose» e precisava che la sua posizione in materia era «conforme alla Costituzione francese». Luigi Accattoli f ede e diritto Quell' assenza nella Carta «colpa» della traduzione? Nella Carta dei diritti della Ue è scritto che l' Unione è «consapevole del suo patrimonio spirituale e morale». Niente si dice di quello religioso. Il motivo? Secondo alcuni il conce tto di «spiritualità» includerebbe anche quello di religione. Secondo altri è stata un' esigenza di traduzione con il valore della «spiritualità» richiamato nella Costituzione tedesca.
(Luigi Accattoli)