di Renzo Cianfanelli
E' il 94esimo viaggio internazionale del Pontefice
DAL NOSTRO INVIATO
KIEV - Il pane rotondo e il sale, doni rituali di benvenuto che Santa Madre Russia non manca mai di offrire al visitatore straniero, sono già pronti per accogliere il Papa, che arriva oggi in Ucraina, controverso messaggero di riconciliazione ecclesiale in terra ortodossa, ma pur sempre ospite in una terra dove l’ospitalità è sacra. «Abbiamo fatto confezionare tre pani identici - dice Mihailo Gladiy, il sindaco di Kiev -, e per quanto nella cottura siano stati scelti tutti gli ingredienti migliori, per maggiore sicurezza ne abbiamo fatto sottoporre uno ai più accurati controlli sanitari e di qualità in laboratorio.
La città è pronta per ricevere il Santo Padre come amatissimo e graditissimo ospite con tutti gli onori. Abbiamo controllato e ricontrollato tutte le strade del percorso papale che dalla vigilia della visita sono chiuse al traffico e siamo pronti per accogliere una folla che nelle cerimonie religiose all’aperto sarà di un milione e 500 mila persone».
La sola preoccupazione, aggiunge il sindaco, è il tempo. Il tipico caldo estivo delle immense pianure russe promette, accanto a momenti di sole splendido, anche imprevedibili acquazzoni con tuoni e fulmini che minacciano di tramutare il terreno intorno al campo di aviazione di Chaika, a circa 20 chilometri dal centro di Kiev, dove si celebreranno le due messe papali, in un acquitrino. E per garantire al massimo la sicurezza, oltre all’apertura anticipata alle 4 del mattino della metropolitana, è stato previsto che i fedeli raggiungano l’aerodromo a piedi con una marcia di circa sei chilometri dall’ultima stazione del metrò.
IL PROBLMA DELLA SICUREZZA - Si spera nella collaborazione meteorologica dell’Onnipotente. Fra le altre precauzioni, per questo bagno di folla senza precedenti nel pontificato di Giovanni Paolo II in un Paese slavo, in grande maggioranza ortodosso, sono state posizionate lungo l’itinerario delle grandi ambulanze mobili donate dalla Germania, attrezzate per poter funzionare all’occorrenza come ospedali da campo, e perfino delle autopompe dei vigili del fuoco.
Predisposte anche le misure precauzionali antiterrorismo. Oltre alla richiesta della polizia di non usare gli ombrelli, che potrebbero essere scambiati per armi, e di coprirsi in caso di pioggia con impermeabili trasparenti (una richiesta che sarà difficile far osservare con una simile folla), dall’Interpol è stato segnalato il possibile arrivo di un «terrorista proveniente dal Belgio», che sarebbe stato identificato. Nella capitale ucraina - in procinto di veder crescere, temporaneamente, la popolazione del 40 per cento - si sono inoltre diffuse alcune inquietudini per l’approvvigionamento dei viveri. Ma, quando già il panico minacciava diffondersi e la popolazione di Kiev nei supermercati incominciava a fare incetta di cibo, le autorità si sono affrettate a rassicurare: la situazione è sotto controllo e non mancherà neppure l’acqua, perché le stazioni di pompaggio degli acquedotti hanno avuto istruzioni di incrementare al massimo la distribuzione.
NOTA DISTENSIVA - Una nota di distensione è venuta anche dal vescovo Mitrophan, seconda autorità della più importante chiesa ortodossa dell’Ucraina dopo il metropolita Volodymyr, che nei giorni passati aveva definito «inopportuna» la visita papale senza il suo invito. Sua Beatitudine il metropolita, informa il vescovo, ha rivolto alla comunità dei fedeli ortodossi un appello perché, «per l’intera durata del viaggio papale si astengano da qualunque forma di protesta o di manifestazione ostile». Non significa, però, che la «guerra fredda» ecclesiale con il Vaticano sia finita. La visita del Papa, per il metropolita resta «intempestiva», tenendo conto dei riflessi che può provocare sulla stabilità, sull’ordine pubblico e sulla società.
(Renzo Cianfanelli)