Collegialità, divorziati, bioetica, famiglia, al centro delle discussioni
CITTÀ DEL VATICANO - Collegialità, cioè l'intreccio di funzioni e poteri tra Papa, cardinali, curia, sinodo ed episcopati, e famiglia, con il suo indotto di divorziati risposati, bioetica e coppie di fatto. Questi, con l'ecumenismo, sono stati i temi più affrontati dal Concistoro straordinario appena concluso in Vaticano. Il pacchetto delle questioni esaminate, ma non risolte, tratteggiato anche nelle sei cartelle della relazione conclusiva, non resa pubblica, dal cardinale messicano Juan Iniguez, rimane nell'agenda della Chiesa del futuro, cosciente di dover affrontare «grandi sfide» poste dal «processo di secolarizzazione che - come ha sottolineato anche il Papa - continua a erodere la tradizione cristiana anche in Paesi di antica evangelizzazione».
SCRISTIANIZZAZIONE - Proprio la coscienza della scristianizzazione del mondo contemporaneo motiva il punto di partenza della riflessione che vuole «missionaria» la Chiesa cattolica del Terzo Millennio. Ma «la natura missionaria della Chiesa, che parte da Cristo - ha rilevato il Papa - trova sostegno nella collegialità episcopale ed è incoraggiata dal successore di Pietro, il cui ministero mira a promuovere la comunione nella Chiesa, garantendo l'unità in Cristo di tutti i fedeli». Al centro quindi - con anche qualche battuta scherzosa durante il pranzo conclusivo a Santa Marta, al momento del brindisi - la collegialità, cioè il rapporto, che è teologico prima ancora che di poteri, tra il Papa, che in quanto successore di Pietro è il centro dell'unità della Chiesa cattolica, e i vescovi, che in quanto successori degli apostoli fanno discendere la loro investitura, come Pietro, direttamente da Gesù.
GERGO CURIALE - In gergo curiale si parla di Pietro e «degli 11», che debbono stare «con Pietro e sotto Pietro», ma che hanno una autonomia propria. Tutto questo, sul piano concreto, si traduce nel rapporto tra il potere che esercita il Papa, personalmente o attraverso la Curia romana, e quello dei vescovi nelle diverse articolazioni: conferenze episcopali e sinodi. Proprio l'origine apostolica del mandato episcopale rende i vescovi sensibili alle tante decisioni che la Curia romana fa calare su di loro. A cominciare dalla scelta dei vescovi che è di competenza papale, e nessuno la discute, ma nella quale vescovi ed episcopati nazionali vorrebbero poter esprimere quanto meno pareri di maggior peso.
RUOLO DEI NUNZI - Un cardinale di Curia, Mario Pompedda, prefetto del Tribunale della Segnatura apostolica, ha posto il problema di equilibrare il ruolo dei nunzi, cioè della Curia, nell'indicazione al Papa dei nomi dei possibili nuovi vescovi. E almeno una decina di porporati (tra gli altri Martini, ÒConnor, Daoud, Silvestrini, Danneels e Kasper) hanno toccato il punto forse più dolente del rapporto tra Curia e vescovi, quello del ruolo del sinodo dei vescovi. Che oggi è esclusivamente consuntivo e al termine delle sue riunioni il sinodo si limita a dare al Papa una serie di proposte che quest'ultimo traduce in un suo documento. Il tema, anche se in modo non particolarmente approfondito e senza indicare soluzioni, ha trovato posto anche nella relazione del card. Iniguez.
TEMI MORALI - L'altro grande filone è quello dei temi morali, legati in primo luogo alla vita di coppia. Il Papa ha parlato di «interrogativi morali». «Mai come oggi - ha aggiunto - soprattutto sul piano dei grandi temi della bioetica, oltre che su quelli della giustizia sociale, dell'istituzione familiare, della vita coniugale, l'umanità è interpellata da problemi formidabili, che mettono in questione il suo stesso destino». La famiglia, grande malata delle società contemporanee, interroga la pastorale della Chiesa: divorziati risposati, coppie di fatto, figli nati fuori dal matrimonio sono questioni che coinvolgono milioni di fedeli, come hanno hanno rilevato, tra gli altri, i cardinali Anthony Bevilacqua e Alfonso Lopez Trujillo, che ha anche annunciato la sua idea di un lexicon su famiglia e sessualità.
Il Papa ha detto che cercherà di trarre indicazioni «operative» dal dibattito concistoriale. Di certo gran parte delle questioni verrà riproposta al momento della scelta del prossimo papa. Intanto uno dei porporati di Curia ha notato che «anche se quattro giorni sono pochi», i cardinali, soprattutto i 44 usciti a febbraio dall'ultima tornata di nomine, hanno avuto modo di conoscersi meglio.