Il clero cinese contro il Papa
PECHINO. La Conferenza episcopale cinese e
l'Associazione cattolica patriottica, controllate dal partito
comunista, hanno sottoscritto oggi l'indignazione del governo
per le canonizzazioni di 120 martiri e si sono impegnate a
''schierarsi accanto al popolo in difesa della sovranità e
della dignità nazionale''.
In una riunione oggi a Pechino, le Chiese ufficiali cattolica
e protestante hanno concordato nella denuncia delle
canonizzazioni celebrate ieri, festa nazionale della Cina
popolare, che sono ''un insulto e un'umiliazione per la Chiesa
cinese''. Il Vaticano, ha detto il presidente dell'Associazione
delle chiese cristiane, reverendo Ding Guangxun ''è sempre
stato un nemico del popolo cinese''.
Un editoriale domani del "Quotidiano del popolo", in parte
reso pubblico oggi, accusa il Vaticano di ''aprire antiche
ferite'' e di ''ingannare il mondo'' dicendo che le
canonizzazioni di 120 persone macchiatesi di ''indicibili
crimini'' sono un modo di ''porgere rispetto al popolo cinese''.
Questi missionari, ''che non sono né santi né martiri,
bensì veri peccatori'', arrivarono in Cina con le cannoniere
degli invasori colonialisti e ''nessuno mai riuscirà a
nascondere i loro crimini'', come stuprare, vendere oppio o
saccheggiare, dice la voce del partito comunista. Il Vaticano a parole vuole
migliorare le relazioni con la Cina, ma le canonizzazioni
mostrano la sua vera faccia, aggiunge.
La Cina è pronta a sviluppare buoni rapporti con tutti i
paesi, continua l'editoriale, ma ''non sacrificherà mai la sua
sovranita' ''.
Il giornale cita un editoriale dell'agenzia vaticana "Fides",
che a marzo ha definito le canonizzazioni una ''sfida'' al
governo cinese, come prova della volonta' del Vaticano di
riprendere il controllo sulla Chiesa cattolica cinese e di
incoraggiare i cinesi contro il socialismo e il regime.
La Chiesa ufficiale cinese nomina autonomamente i suoi vescovi
dagli anni Cinquanta, dopo la rottura con il Vaticano.
I cattolici cinesi sono circa dieci milioni, divisi tra la
Chiesa ufficiale e quella clandestina perseguitata per la sua
fedeltà al Papa.