Crocifissi: "Basta cadaveri sui muri"
Dura presa di posizione dell'Unione musulmani d'Italia dopo che un'infermiera milanese, convertita all'islam, si rifiuta di rientrare al lavoro se non verranno eliminati i simboli cattolici.
MILANO - "Via dai muri quel cadavere in miniatura". E' una presa di posizione durissima quella dell'Unione Musulmani d'Italia, contro i crocifissi esposti nel nostro paese in molte sale pubbliche, dagli ospedali alle scuole. Lo spunto alla polemica, provocata ad arte, lo aveva dato qualche giorno fa proprio una cittadina italiana convertita all'islam, Rosa Fatima Petrone, 33 anni, infermiera all'ospedale Niguarda di Milano.
"E' una questione di coscienza - aveva detto la Petrone - siamo in una societą multietnica e multireligiosa. E visto che non si posso esporre tutti i simboli religiosi, togliamoli tutti".
Per lei, l'esplosione del crocifisso negli ospedali rappresenterebbe una forma di "persuasione occulta e proselitismo coatto".
Per i suoi colleghi di fede islamica invece l'esposizione di un "cadavere in miniatura" impedirebbe direttamente il raggiungimento della paritą sociale. "L'Unione musulmani d'Italia - spiegano in una nota - apprezza il gesto della signora Rosa Petrone. La nostra č una lotta per raggiungere la pari dignitą sociale garantita a tutti i cittadini".
"La presenza di un crocifisso cattolico - continuano - nel luoghi pubblici č un atto di esclusivismo discriminatorio, č violazione e sfida alla neutralitą dello Stato".
Un attacco in pieno regola, ai valori cattolici della tradizione italiana, che pure erano stati richiamati, dall'assessore alla Sanitą regionale Carlo Borsani, all'indomani della prima polemica fatta esplodere dalla Petrone, per giustificare la presenza di quel simbolo.
I musulmani d'Italia non ci stanno: "Pensare che non si possa mettere in discussione la nostra cultura religiosa č del tutto inammissibile. Cosa ne č stato della libertą d'opinione?" si chiedono.
Una questione di principio, certo, ma anche di sostanza, visto che proprio la Petrone ha annunciato che non si recherą al lavoro fino a che non verranno rimossi i crocifissi dalle sale dell'ospedale milanese.