di Marco Politi
CITTA' DEL VATICANO - Più di centomila pellegrini, e forse anche il doppio, sono attesi per la grande cerimonia di domenica quando verranno beatificati Pio IX e Giovanni XXIII insieme ad altri tre prelati. E intanto crescono le polemiche intorno a Pio IX. Oggi pomeriggio alle 16, all'Arco di Giano a Roma, si terrà una manifestazione per ricordare che papa Mastai fu il pontefice che continuò a servirsi del boia.
Nel clima di dissenso viene allo scoperto una lettera segreta del cardinale Raztinger ai presidenti delle conferenze episcopali per trasmettere una Nota in cui si sconsiglia un uso "non appropriato" del termine Chiese sorelle invalso da anni per definire tutte le Chiese cristiane. La mossa vaticana era già trapelata qualche settimana fa, ma nè il testo della Nota (che stranamente non verrà pubblicata negli atti ufficiali della Santa Sede) nè la lettera di accompagnamento di Ratzinger erano stati resi pubblici.
Il documento, approvato personalmente da Giovanni Paolo II, è destinato a creare nuove difficoltà nei rapporti fra la Chiesa cattolica e le altre Chiese cristiane. Ratzinger nelle sue "direttive sull'uso dell'espressione" sottolinea esplicitamente che nell'impiego corretto del termine Chiese sorelle bisogna attenersi ad una linea precisa: "Deve essere sempre chiaro che l'una, santa, cattolica e apostolica Chiesa universale non è sorella ma madre di tutte le Chiese particolari". Benchè guarnito di tutta una serie di sottigliezze teologiche, il documento (diffuso dall'agenzia di informazione religiosa Adista) implica di fatto che "una, santa, cattolica e apostolica" è proprio ed esclusivamente la Chiesa cattolica: il che non mancherà di suscitare nuovamente l'irritazione della altre comunità cristiane.
Allo stesso tempo la Nota contine un accenno destinato ad approfondire il solco specialmente con le Chiese protestanti: "Si deve tener presente - afferma Ratzinger - che l'espressione Chiese sorelle in senso proprio, come attestato dalla tradizione comune di Oriente e Occidente, può essere usato solo per quelle comunità ecclesiali che hanno conservato un episcopato e un'eucarestia validi". Con questa definizione le Chiese riformate e luterane vengono automaticamente degradate ad un livello inferiore. Dirlo così, a mezzo secolo dal concilio Vaticano II è un passo indietro. Forse è per evitare imbarazzi che la Nota non verrà inserita negli atti ufficiali della Santa Sede, però nella sua lettera il cardinale Raztinger sottolinea che le "indicazioni sono autorevoli e vincolanti".
(Marco Politi)