CITTA' DEL VATICANO - Un Papa affaticato ma molto determinato e partecipe, la curia quasi al completo, rappresentanti del corpo diplomatico e una folla di fedeli e religiosi, hanno vissuto oggi, nella basilica di San Pietro, uno degli eventi centrali del Giubileo del Duemila: la pubblica richiesta di perdono a Dio per gli errori commessi dalla Chiesa nel passato e nel presente - da quelli nei rapporti con l'ebraismo alla violazione dei diritti dei popoli - e l'impegno a non ripeterli più.
Sul piano concreto, la liturgia ha concesso poco alle attese di quanti si aspettavano dal Papa un gesto o parole più decise di quelle del documento teologico pubblicato dal Vaticano martedì scorso. E questo vale per tutte le colpe confessate, dai rapporti con Israele (non è mai stato citato l'Olocausto) alle ferite alla dignità delle donne e delle etnie. E non è mancato il riferimento anche alle persecuzioni subite dai seguaci di Cristo; da qui il desiderio, ridadito da Giovanni Paolo II, di perdonare, oltre che di essere perdonato.
E vediamo allora quale sono state, le parole pronunciate oggi. Ha cominciato il decano del collegio cardinalizio Bernardin Gantin, ricordando i "metodi non evangelici", come colpa commessa a volte "nel servizio della verità". E il Papa ha invitato in futuro a "cercare e promuovere la verità nella dolcezza della carità". Per le colpe nei rapporti con Israele, il Pontefice si è impegnato a una "autentica fraternità con il popolo dell'alleanza". A proposito degli errori commessi contro i diritti di popoli, culture e religioni, Giovanni Paolo II ha ammesso come "molte volte i cristiani hanno sconfessato il Vangelo e cedendo alla logica della forza, hanno violato i diritti di etnie e di popoli, disprezzando le loro culture e tradizioni religiose".
Ancora, il Papa ha ricordato i peccati contro la dignità della donna, invitando Dio ad aiutare a "guarire le ferite". Ha pregato anche per i minorenni vittime di abusi sessuali, i poveri, gli emarginati. La folla che gremiva la basilica ha seguito le preghiere e le risposte del Papa in un silenzio assoluto.
E il Papa ha concluso il rito con cinque "mai più" per il futuro della Chiesa. "Mai più - ha detto nell'orazione conclusiva - contraddizioni alla carità nel servizio della verità, mai più gesti contro la comunione della Chiesa, mai più offese verso qualsiasi popolo, mai più ricorsi alla logica della violenza, mai più discriminazioni, esclusioni, oppressioni, disprezzo dei poveri e degli ultimi". La preghiera è stata accolta da un applauso composto, al termine del quale il Papa si è inchinato davanti al crocifisso, ha benedetto tutti i presenti e si è congedato.