Gerusalemme aspetta la condanna di Pio XII

REPUBBLICA
(16 marzo 1998)

Primi commenti negativi in Israele: "La montagna ha partorito un topolino"

Gerusalemme aspetta la condanna di Pio XII

GERUSALEMME - I primi commenti israeliani al documento vaticano sulla Shoah sono sostanzialmente freddi, per non dire negativi, soprattutto per l'assoluzione della figura di Pio XII. Il rabbino capo aschenazita di Israele, Meir Lau, ha definito "inaccettabile" il documento vaticano sulla Shoah, pur riconoscendo alcuni aspetti positivi. "Non penso che si possa parlare di una correzione del passato senza indicare chi è rimasto inerte e non ha mosso un dito per salvare ciò che si poteva salvare", ha detto Lau in un'untervista alla radio, riferendosi chiaramente a Pio XII.
Lau ha detto che il documento gioverà comunque alla lotta contro l'antisemitismo all'interno della Chiesa. "A 53 anni dalla Shoah", ha affermato Lau, "non si è ancora sentita la condanna del peccato. Si doveva chiedere scusa all'allora rabbino capo israeliano Herzog che invano aveva battuto alle porte di Pio XII perchè dicesse una parola per evitare la strage. Ciò che invece sento è che la Chiesa in quanto Chiesa non si ritiene responsabile dei crimini del nazismo".
Tra le altre reazioni da Gerusalemme, raccolte dall'agenzia di stampa Ansa, quella del professor Michael Har-Segor, storico nell'Università di Tel Aviv, che ha definito il documento "molto bello ma tardivo" e quella del direttore del Centro Wiesenthal in Israele, Efraim Zuroff, che ha commentato: "La montagna ha partorito un topolino". Per Zuroff infatti il documento vaticano "non soddisfa le aspettative", perché non c'è un'ammissione che l'antigiudaismo della Chiesa "preparò il terreno all'Olocausto" e non si ricorda che "molti preti aiutarono criminali nazisti a fuggire alla fine della guerra".
"Il Papa è molto più avanti della Chiesa". Questo il commento di Lisa Palmieri, rappresentane in Italia della Anti-Defamation League, l'organizzazione ebraica internazionale che combatte le discriminazioni religiose. La Palmieri ha spiegato all'Ansa che Giovanni Paolo II in passato ha usato frasi più forti contro la Shoah e a favore degli ebrei: ad esempio nella "Tertio millennio adveniente", "dove il Papa ha parlato di 'acquiescenza' e di 'mancato discernimento' da parte di cristiani, mentre nel documento di oggi si parla solo di 'poca sensibilità' e di 'indifferenza'". Malgrado questo, secondo Palmieri il documento resta importante, annche se, essendo rivolto a tutta la Chiesa "alcune cose non sono state dette".




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