di Marco Politi
ASSISI - Karol Wojtyla indossa il saio della preghiera e Assisi ridiventa capitale delle religioni del mondo. La grande tenda, che ricopre la Piazza Inferiore non piace agli abitanti ma ha creato uno scenario unico, una specie di basilica all'aperto, in cui i capi religiosi pronunceranno il loro no alla violenza dopo essersi immersi nella preghiera tra le mura del convento francescano.
Dalle sale del monastero riservate agli ospiti delle altre religioni per le loro preghiere sono già spariti i simboli cristiani. Padre Vincenzo Coli, superiore del convento, sogna già una piccola assemblea di fedeli delle varie religioni, che a partire da oggi si riuniscano ad Assisi ogni anno per meditare su tre principi comuni: la fede in un unico Dio, la sacralità di ogni essere umano, la tutela del Creato. Per ora Assisi è soprattutto oggetto delle cure di seicento agenti e uomini della sicurezza, che vigilano su questo summit straordinario.
Durerà un pugno di ore il pellegrinaggio del pontefice insieme a settanta leader di dodici religioni del pianeta intero. Gran parte della giornata sarà trasmessa in diretta su Raiuno a cura del Tg1, ma da tutto il mondo si guarda a questa singolare carovana, che simboleggia la fratellanza di tutti i credenti. I cristiani di Gerusalemme scrutano ansiosi i segnali, che possano annunciare la fine dei tormenti in cui è piombata la Terrasanta.
I mullah afghani, come Mulave Hafizallah di Kabul, accolgono l'appello di pace del pontefice perché avvertono sintonia con i dettami del Corano. Al Jazeera, la televisione araba che ha trasmesso in Asia e nel mondo i proclami di Osama bin Laden (ma anche gli interventi di Blair), è pronta a rilanciare tra centinaia di milioni di islamici il messaggio di papa Wojtyla e dei suoi compagni di preghiera.
Giovanni Paolo II, che parte stamane alle 8,30 dal Vaticano e arriverà dopo due ore a Santa Maria degli Angeli, parla umilmente di [ab]pellegrinaggio della speranza sulle orme di san Francesco[bb]. Wojtyla si augura che l'incontro possa favorire decisioni coraggiose nel segno della giustizia e del perdono. Alla luce delle fiaccole un migliaio di giovani ha passato la vigilia in Assisi, pregando per il successo dell'impresa.
Il cardinale Francis Arinze, supremo responsabile in Vaticano dei rapporti con le religioni non cristiane, parla di una "reazione entusiasta" delle altre fedi all'iniziativa del pontefice. L'evento odierno, spiega, esalta la dimensione della preghiera in una questione così complessa come la pace. Afferma convinto il porporato, che è stato fra gli organizzatori dell'evento: "E' cresciuta nell'opinione pubblica mondiale la consapevolezza che c'è bisogno di Dio per salvare gli uomini da violenza, terrorismo e paura". Pure, serpeggia in Vaticano l'inquietudine per le accuse degli ambienti tradizionalisti che denunciano l'intesa del pontefice con "eretici ed idolatri".
I lefebvriani parlano di clima da new age e di sottomissione allo spirito massonico. "Noi non preghiamo insieme - sottolinea Arinze - andiamo insieme ad Assisi per pregare, perché ognuno ha il suo credo". Però, aggiunge, i cattolici rispettano ogni anima che cerca sinceramente il contatto con Dio.
(Marco Politi)