Un film ambiguo, oscuro, torbido, zeppo di pregiudizi, malevole nelle intenzioni. Un film che ha imbarazzato cristiani ed ebrei. Un film che, nonostante i grandi investimenti fatti nella produzione e nella propaganda e il sostegno degli ambienti socialisti francesi, non ha preso neanche un premio al Festival di Berlino, appena concluso.
Con la solita scusa della "provocazione"
Stiamo parlando di Amen il film diretto dal regista greco Costantin Costa-Gravas, e che si rifà al dramma Il Vicario di Rolf Hochhuth. La volontà provocatoria del film è evidente nel voler resuscitare un'opera quella di Hochhuth, che già aveva sollevato polemiche a non finire. Il lavoro di Hochhuth fu considerato così offensivo che il 25 settembre del 1963 il teatro nazionale israeliano Habima cancellò la messa in scena della versione ebraica de Il Vicario. Emilio Pinchas Lapide, Console Generale israelitico a Milano, scrisse indignato che "è un dovere di coscienza e di riconoscenza quello di contraddire le falsità scritte da Hochhuth". Il gran Rabbino di Danimarca, Marcus Melchior così commentò Il Vicario che era andato in scena a Copenaghen: «Se il Papa avesse solo aperto bocca, probabilmente Hitler avrebbe trucidato molti di più dei sei milioni di ebrei che eliminò, e forse avrebbe assassinato centinaia di milioni di cattolici.»
Secondo Padre Peter Gumpel, relatore per la causa di beatificazione di Pio XII e uno dei massimi esperti per la storia di quegli anni: «Il film di Costa Gravas raccoglie tutta la spazzatura diffusa negli ultimi anni contro la Chiesa e contro Papa Pio XII. Come è possibile che in nome della libertà artistica si possano diffondere tante calunnie con argomenti fasulli?»
In effetti lo scopo del film di Costa Gravas sembra essere proprio quello della provocazione. La locandina con cui viene pubblicizzato il film, per esempio, riproduce un incastro tra il crocefisso e la croce uncinata nazista. Un disegno blasfemo, ideato da Oliviero Toscani, che pone la questione in termini esattamente opposti alla verità.
Se i cristiani fossero come i nemici di Rushdie
Fin dai suoi esordi infatti la svastica nazista trovò nella Chiesa la sua più fiera avversaria. Il cardinal Eugenio Pacelli, in qualità di Segretario di Stato, il 28 aprile del 1935 fece un discorso a Lourdes in cui condannò in maniera drastica le teorie pagane del sangue e della razza sottolineando il significato della "vera Croce". Parole che fecero infuriare i nazisti.
Il cardinal Pacelli ripeté gli stessi concetti in un solenne Pontificale che fece Nella Basilica di Notre Dame di Parigi il 13 luglio del 1937. E papa Pio XI quando Hitler venne a Roma l'8 maggio del 1938, si disse enormemente "rattristato nel vedere a Roma una croce che non era quella di Cristo". A tale riguardo monsignor Jean-Pierre Ricard Arcivescovo di Bordeaux e presidente della Conferenza Episcopale francese ha emesso un comunicato in cui leggiamo: "la sovrapposizione della croce cristiana con quella nazista è intollerabile. Associare la croce simbolo della fede cristiana con la barbarie nazista è inaccettabile.
La locandina del film Amen offende gravemente la sensibilità dei cattolici. Si tratta di una provocazione che oltraggia la dignità umana, la libertà religiosa ed il rispetto dei credenti".
L'Arcivescovo di Parigi, cardinal Jean Marie Lustiger ha dichiarato che: «Il modo con cui si vuole confondere la croce cristiana con la croce nazista è un'azione simile a quelli che dipingono la svastica nei cimiteri ebraici.»
Gli improbabili protagonisti di Amen
Sciagurata anche la scelta dei personaggi. Costa Gravas ha messo l'accento su un presunto conflitto di coscienza di un ufficiale delle SS, Kurt Gerstein, che era incaricato di procurare ai nazisti il gas letale Zyklon-B, con cui nelle camere a gas venivano sterminati gli ebrei, e che pentito cerca di dare l'allarme al mondo. L'altro protagonista, è il personaggio inventato di un giovane prelato della Curia romana, Riccardo Fontana, che nel film lavora come segretario della Nunziatura apostolica a Berlino.
A questo proposito Padre Gumpel spiega: «La storia del capitano delle SS, Kurt Gerstein è molto ambigua e contraddittoria. Oppositore del nazismo da giovane, poi volontario nelle SS, Gerstein divenne un ufficiale addetto al reperimento e distribuzione del gas letale Zyklon-B. La sua storia è strana, perché è improbabile che una persona considerata un oppositore del regime fosse ammesso ad entrare nelle SS. Anomala anche la sua adesione alla fede. È noto che l'ingresso nelle SS necessitava dell'abiura. Comunque si dice che Gerstein ad un certo punto si pentì e cercò di aiutare gli ebrei. Tesi espressa anche nel film di Costa Gravas, ma la sua storia è ancora oggi piena di misteri. Dalle dichiarazioni presentate al Processo di Norimberga risulta che parte della storia da lui raccontata è falsa, soprattutto per quanto riguarda i contatti tentati con la Santa Sede. Gerstein sostiene di aver provato a mettersi in contato con la Nunziatura della Santa Sede a Berlino, ma il Nunzio, vista l'ambiguità del personaggio e temendo una trappola, lo fece mettere alla porta. Morì suicida, o forse assassinato in una prigione in Francia. Di fronte a questa storia mi chiedo: ci sono stati tanti casi eroici di veri oppositori al regime di Hitler, perché Costa Gravas ha scelto proprio la storia più ambigua?»
«Di Riccardo Fontana, il presunto gesuita che si trovava nella Nunziatura di Berlino - continua padre Gumpel - non posso dire nulla perché è un personaggio che non è mai esistito, una pura invenzione. Se Costa Gravas avesse voluto raccontare di sacerdoti che hanno perso la vita per salvare gli ebrei, non aveva che l'imbarazzo della scelta. Invece si è inventato un personaggio che non trovando solidarietà nella Chiesa si finge ebreo per morire in un lager. Eppure ci sono stati tanti sacerdoti, religiosi e religiose, che sono morti veramente per salvare gli ebrei. Non sarebbe stato meglio scegliere di raccontare una storia vera?»
di Gaspari Antonio