Giovanni Cantoni

DARWIN NON E' STATO RIABILITATO


     Per gli avversari della Chiesa la ricerca del mutamento non solo nella Chiesa — evidente e inevitabile —, ma soprattutto della Chiesa è angosciante. E necessita di venire alimentata continuamente. Ora tocca alla posizione della dottrina cattolica sul cosiddetto "evoluzionismo", e trae spunto dal messaggio di Papa Giovanni Paolo II alla Pontificia Accademia delle Scienze (22 ottobre 1996).
     Quali le "cose vecchie"? Viene ribadito — il richiamo esplicito è a Papa Pio XII e a un precedente intervento dello stesso Pontefice Regnante — come "punto essenziale", che "(...) se il corpo umano ha la sua origine nella materia viva che esisteva prima di esso, l’anima spirituale è immediatamente creata da Dio".
     Quali le "cose nuove"? Non riguardano assolutamente la dottrina, ma il fatto con cui la dottrina si deve confrontare; anzi, il modo di presentare il fatto. Papa Giovanni Paolo II afferma che "oggi (...) nuove conoscenze conducono a non considerare più la teoria dell’evoluzione una mera ipotesi"; quindi — pensa grossolanamente qualcuno e induce altri a pensarlo — se non è una pura ipotesi si tratta di una certezza: perciò, "la Chiesa accetta l’evoluzionismo"! No, l’evoluzionismo non è più solamente un’ipotesi non perché si sia trasformato in una certezza, ma perché, a fronte di molte ipotesi, cioè di molti dati di fatto indipendenti tra loro, si configura come una teoria, cioè un insieme di ipotesi.
     Il Papa si chiede anzitutto che cosa sia una teoria: "Una teoria è un’elaborazione metascientifica, distinta dai risultati dell’osservazione, ma ad essi affine. Grazie ad essa, un insieme di dati e di fatti indipendenti fra loro possono essere collegati e interpretati in una spiegazione unitiva. La teoria dimostra la sua validità nella misura in cui è suscettibile di verifica; è costantemente valutata a livello dei fatti; laddove non viene più dimostrata dai fatti, manifesta i suoi limiti e la sua inadeguatezza. Deve allora essere ripensata.
     "Inoltre, l’elaborazione di una teoria come quella dell’evoluzione, pur obbedendo all’esigenza di omogeneità rispetto ai dati dell’osservazione, prende in prestito alcune nozioni dalla filosofia della natura".
     Perciò, "a dire il vero, più che della teoria dell’evoluzione, conviene parlare delle teorie dell’evoluzione. Questa pluralità deriva da una lato dalla diversità delle spiegazioni che sono state proposte sul meccanismo dell’evoluzione e dall’altro dalle diverse filosofie alle quali si fa riferimento. Esistono pertanto letture materialistiche e riduttive e letture spiritualistiche. Il giudizio è qui di competenza propria della filosofia, ancora oltre, alla teologia".
     Dunque, se l’ipotesi evoluzionistica deve passare al vaglio delle scoperte scientifiche, la teoria evoluzionistica deve superare anche l’esame della filosofia — scienza e non sistema di pensiero — e della teologia. E il Magistero della Chiesa è direttamente interessato alla questione dell’evoluzione, perché concerne la concezione dell’uomo, del quale la Rivelazione biblica dice che è stato creato a immagine e somiglianza di Dio.
     "Di conseguenza — conclude Papa Giovanni Paolo II —, le teorie dell’evoluzione che, in funzione delle filosofie che le ispirano, considerano lo spirito come emergente dalle forze della materia viva o come un semplice epifenomeno di questa materia, sono incompatibili con la verità dell’uomo. Esse sono inoltre incapaci di fondare la dignità della persona".
     Come si vede, la novità dottrinale sfugge perché non esiste, Non deve però sfuggire l’atteggiamento di dialogo con la comunità scientifica e con le sue conquiste, dal momento che il creato è opera dello stesso Dio che si è rivelato, per cui la Chiesa, veicolo della Tradizione soprannaturale, lo è anche della tradizione naturale; e — secondo una nota del 1992 di un "reazionario" del nostro tempo, Nicolàs Gòmez Dàvila, tanto grande quanto ignoto — "chi non si sente erede anche dei propri avversari intellettuali raccoglie sono in parte la propria eredità". Questo non è, evidentemente, il caso in genere della Chiesa e, in specie, di Papa Giovanni Paolo II.



Evoluzionismo