Suprema Sacra Congregatio Sancti Officii

INSTRUCTIO "ECCLESIA CATHOLICA"




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" I Vescovi prescriveranno ciò che si deve fare e ciò che si deve evitare, ed esigeranno che le loro prescrizioni siano da tutti osservate. Parimenti vigileranno perché, col pretesto che si dovrebbe dare maggiore considerazione a quanto ci unisce che a quanto ci separa dagli acattolici, non venga favorito l'indifferentismo, sempre pericoloso, specialmente presso coloro che sono poco istruiti nelle materie teologiche e poco praticanti la religione.
Si deve infatti evitare che, per uno spirito, chiamato oggi "irenico", l'insegnamento cattolico (si tratti di dogma o di verità connesse col dogma) venga talmente conformato o accomodato con le dottrine dei dissidenti (e ciò col pretesto dello studio comparato e per il vano desiderio dell'assimilazione progressiva delle differenti professioni di fede) che ne abbia a soffrire la purezza della dottrina cattolica e ne venga oscurato il senso genuino e certo.
Si deve anche evitare quel modo di esprimersi, da cui hanno origine opinioni false e speranze fallaci, che non possono mai attuarsi; come per esempio, dicendo che non deve essere preso in tanta considerazione l'insegnamento dei Romani Pontefici, contenuto nelle encicliche, sul ritorno dei dissidenti alla Chiesa, sulla costituzione della Chiesa e sul Corpo Mistico di Cristo, perché non è tutto di fede, oppure (ancora peggio) perché in materia di dogmi nemmeno la Chiesa cattolica possiede più la pienezza del Cristo, ma essa può venire perfezionata dalle altre chiese.
Prenderanno diligenti precauzioni, e vi insisteranno con fermezza, perché nell'esporre la storia della Riforma o dei Riformatori, non siano così esagerati i difetti dei cattolici e invece così dissimulate le colpe dei riformati, oppure messi così in evidenza gli elementi piuttosto accidentali che a stento si riesca a scorgere e a sentire ciò che soprattutto è essenziale, cioé la definizione della fede cattolica.
Infine cureranno che, per zelo esagerato e falso o per imprudenza ed eccessivo ardore nell'azione, non si nuocia invece di servire al fine proposto.
La dottrina cattolica dovrà dunque essere proposta ed esposta totalmente ed integralmente: non si dovrà affatto passare sotto silenzio o coprire con parole ambigue ciò che la verità cattolica insegna sulla vera natura e sui mezzi di giustificazione, sulla costituzione della Chiesa, sul primato di giurisdizione del Romano Pontefice, sull'unica vera unione che si compie col ritorno dei dissidenti all'unica vera Chiesa di Cristo.
Si insegni loro che essi, ritornando alla Chiesa, nessuna parte del bene che, per grazia di Dio, è finora nato in loro, ma che col loro ritorno questo bene sarà piuttosto completato e perfezionato. Non bisogna però parlare di questo argomento in modo tale che essi abbiano a credere di portare alla Chiesa, col loro ritorno, un elemento essenziale che ad essa sarabbe mancato fino al presente.
Queste cose devono essere dette chiaramente ed apertamente, sia perché essi cercano la verità, sia perché non si potrà ottenere una vera unione fuori della Chiesa ".

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Data a Roma, dal Palazzo del Sant'Officio, il 20 Dicembre 1949




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