che il 14 Luglio 1570 Papa S. Pio X promulgava la Bolla "Quo Primum Tempore" che codificava e consolidava (ma non sostituiva) l'usanza immemorabile e universale che aveva regolato la liturgia romana attraverso i secoli, sin dall'epoca di Gregorio Magno alla fine del XVI secolo, conferendo alla Messa tridentina il privilegio di assoluta priorità su tutte le altre forme di celebrazione della Messa;
che il 3 Aprile 1969 Papa Paolo VI pubblicava la Costituzione Apostolica Missale Romanum che promulgava due documenti importanti relativi alla riforma del rituale della Messa: la "Institutio generalis missalis Romani" ed il "Novus Ordo Missae" (entrambi i documenti entravano in vigore il 30 novembre 1969, prima domenica di Avvento) con i quali si attuavano un cambiamento radicale del rito della S. Messa eseguito in spirito ecumenico, cioè per rendere accettabile il rito liturgico della Messa Cattolica anche alle altre confessioni cristiane;
che il 20 Ottobre 1969 con la Instructio Generalis "De Costitutione Apostolica Missale Romanum gradatim ad effectum deducenda" i sacerdoti malati o anziani vennero esentati per legge dal celebrare la nuova Messa;
che il Ottobre 1984 Giovanni Paolo II promulgava l'Indulto "Quattuor Abhinc Annos" con il quale autorizzava i vescovi ad aggiungere altri fedeli che la richiedessero al gruppo già esistente di sacerdoti infermi o anziani che avevano diritto alla vecchia Messa.
che il 2 Luglio 1988 Giovanni Paolo II emetteva il Motu Proprio "Ecclesia Dei Adflicta" con il quale dava una forma nuova all'Indulto del 1984, con la speranza che un ampliamento dei suoi termini potesse riconquistare un certo numero di fedeli allontanatisi dalla Madre Chiesa;
nonché sulla base delle disposizioni emanate dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, con particolare riferimento alla lettera della Congregazione: Prot. n° 947/99/L, dell’11 giugno 1999
che l'Indulto “Quattuor Abhinc Annos” sottolinea ancora una volta che la Chiesa esiste per la salvezza (o, meglio ancora, per la santificazione) delle anime e che nulla deve impedirla o ritardarla;
che ogni pastore veramente tale deve, come Nostro Signore, amare fino a dare la vita per il suo gregge;
che questo lavoro di santificazione diretta "in carità e umiltà" e che deve tener conto della "vocazione particolare" di ogni fedele è di sola responsabilità del Vescovo;
che l'Indulto “Quattuor Abhinc Annos” è un provvedimento con il quale una persona investita di autorità nella Chiesa può accordare, onde favorire la salvezza delle anime (essendo anche questo lo scopo del diritto canonico, davanti al quale tutte le leggi si devono piegare), una deroga alla legge, simile ad una dispensa, ma con una portata più ampia (un indulto presuppone quindi l'esistenza di una legge che deve essere resa meno severa, nel nostro caso una legge che proibiva o aboliva la vecchia Messa).
che la volontà del S. Padre Giovanni Paolo II è:
“Dovrà essere ovunque rispettato l’animo di tutti coloro che si sentono legati alla tradizione liturgica latina, mediante un’ampia e generosa applicazione delle direttive, già da tempo emanate dalla Sede Apostolica, per l’uso del Messale Romano secondo l’edizione tipica del 1962” (Ecclesia Dei, 6, c);
“A tutti questi fedeli cattolici, che si sentono vincolati ad alcune precedenti forme liturgiche e disciplinari della tradizione latina, desidero manifestare anche la mia volontà, alla quale chiedo che si associno quelle dei Vescovi e di tutti coloro che svolgono nella chiesa il ministero pastorale, di facilitare la loro comunione ecclesiale, mediante le misure necessarie per garantire il rispetto delle loro giuste aspirazioni” (Ecclesia Dei, 5, c);
“Ma tutti i pastori e gli altri fedeli debbono anche avere la consapevolezza non soltanto della legittimità ma altresì della ricchezza che rappresenta per la Chiesa la diversità dei carismi e delle tradizioni di spiritualità e di apostolato. Questa diversità costituisce anche la bellezza dell’unità nella varietà” (Ecclesia Dei, 5).
di voler concedere alla comunità diocesana la possibilità di assistere ad una S. Messa festiva secondo il Missale Romanum di S. Pio V nell'edizione tipica del 1962, con le modalità previste da S.S. Giovanni Paolo II con l'Indulto "Quattuor Abhinc Annos" del 3 ottobre 1984 e con il Motu Proprio "Ecclesia Dei Adflicta" del 2 luglio 1988.