l' ebreo convertito dalla Vergine della Medaglia
di Alberto Azzimonti
La conversione istantanea e straordinaria di Alfonso Maria
Ratisbonne. Un ebreo colto,
libero pensatore, anticattolico, con un avvenire
assicurato lascia la sua religione per
abbracciare il cattolicesimo. Dopo
una apparizione di Maria. A Roma...
È a causa di qualche patologia psichica o solo per suggestione che un uomo di
29 anni, ebreo, laureato brillantemente in giurisprudenza alla Sorbona di
Parigi, con una carriera finanziaria assicurata, prossimo al matrimonio e
anticattolico dichiarato, afferma di aver visto la Madonna in una chiesa di
Roma? E per questo si converte istantaneamente al cattolicesimo, noncurante
delle decisa opposizione della sua famiglia e di tutto l'ambiente ebraico?
Evidentemente no, c'è dell'altro.
Nei fatti, Alphonse Ratisbonne non potè
più prescindere da quella visione, tanto che i successivi 42 anni della sua
vita, mai dubitando della verità di quanto accaduto, furono una continua
risposta alla chiamata della Vergine Maria, dedicati totalmente alla preghiera e
al servizio del prossimo.
Alphonse Ratisbonne nasce il 1° maggio 1812 a
Strasburgo da una ricca famiglia ebraica di banchieri. A sedici anni perde il
padre e passa sotto la tutela dello zio materno Luigi, il quale poi lo assumerà,
una volta terminati gli studi, nella banca di sua proprietà.
Già in questo
periodo l'avversione di Alphonse per la fede cattolica si manifesta ad ogni
occasione, inasprendosi ulteriormente in seguito alla conversione al
cattolicesimo del fratello Thèodore. Il quale verrà ordinato sacerdote nel 1830,
anno in cui avvennero le apparizioni della Vergine a S. Caterina Labourè, nella
cappella di Rue de Bac a Parigi.
Anche qui vi furono una serie di
apparizioni importanti per la nostra, in cui la Madre di Gesù affidò all'umile
novizia, Figlia della Carità di S. Vincenzo de' Paoli, il compito di far coniare
una medaglietta con sopra incisa l'immagine che Maria stessa mostrò a Caterina
durante le visioni, con la scritta "Oh Maria concepita senza peccato pregate per
noi che ricorriamo a Voi". La Vergine, inoltre, si rivolse a S. Caterina
dicendole: "Fa coniare una medaglia su questo modello, le persone che la
porteranno benedetta al collo con fiducia riceveranno grandi grazie !"
Questa medaglia, stampata nel 1832, fu subito denominata Medaglia
Miracolosa, per il gran numero di grazie spirituali e materiali che si
ottengono portandola con devozione e ripetendo spesso la giaculatoria sopra
incisa.
Don Thèodore fu un gran promotore di questa medaglia, alla cui
protezione affiderà ogni giorno il fratello.
Alphonse, intanto, fissa la
data del suo matrimonio con la cugina Flore. Prima di sposarsi, però, decide di
recarsi a Gerusalemme, per visitare la terra dei suoi padri. Ma a causa di una
avaria alla nave che lo trasporta, è costretto a sostare alcuni giorni a Roma.
Qui incontra il barone de Bussières, fervente cattolico e amico del fratello
sacerdote.
Sfidando l'anticlericalismo viscerale di Alphonse, una sera il
barone gli dona una Medaglia Miracolosa, di cui era devotissimo. Il Ratisbonne
accetta di mettersela al collo, più che altro per non dispiacere all'amico. Nel
frattempo decide di prolungare di qualche giorno la sua permanenza a Roma.
La mattina del 20 gennaio 1842 è sulla carrozza del barone de Bussières, che
si sta recando alla chiesa di S. Andrea delle Fratte nei pressi di piazza di
Spagna, per organizzare il funerale di un diplomatico. Anche se l'intenzione
iniziale è quella di attendere in carrozza, Alphonse non resiste alla curiosità
di visitare l'interno della chiesa. Non sa ancora che vi avrebbe trovato ben
altro che suppellettili d'oro e qualche opera d'arte.
Ma lasciamo il
racconto di quanto accaduto allo stesso Ratisbonne: "All'improvviso mi sentii
preso da uno strano turbamento e vidi scendere un velo davanti a me. La chiesa
mi sembrò tutta oscura, eccettuata una cappella, come se la luce si fosse
concentrata tutta là... Levai comunque gli occhi verso la luce che tanto
risplendeva e vidi, in piedi sull'altare, viva, grande, maestosa, bellissima e
dall'aria misericordiosa, la Santa Vergine Maria, simile, nell'atto e nella
struttura, all'immagine della medaglia che mi era stata donata perchè la
portassi... Alla sua presenza, benchè ella non abbia detto alcuna parola,
compresi di colpo l'orrore dello stato in cui mi trovavo, la deformità del
peccato, la bellezza della religione cattolica: in una parola, compresi tutto di
colpo".
Comprese tutto, di colpo, senza esser stato istruito alla vera fede,
senza avere mai letto alcun libro di religione cattolica.
Undici giorni dopo
viene ammesso al battesimo, per lui ormai indispensabile, assumendo il nome di
Maria, Dopo essersi riappacificato con il fratello, decide di diventare gesuita
e il 24 settembre 1848 è ordinato sacerdote.
Nello stesso anno
dell'apparizione, il Vicariato di Roma istituisce una commissione d'inchiesta
per appurare l'autenticità di quanto accaduto. Dopo mesi di deposizioni e
testimonianze, il cardinale Costantino Patrizi firma un decreto in cui si
riconosce come "istantanea e perfetta" la conversione di Alphonse-Marie
dall'ebraismo, a seguito dell'apparizione realmente avvenuta.
Dopo alcuni
anni con la Compagnia di Gesù, comprende che la sua missione è accanto al
fratello Thèodore, nella Congregazione di Notre Dame de Sion da lui fondata per
convertire gli ebrei al cattolicesimo.
Lascia i gesuiti (su licenza di papa
Pio IX) e si trasferisce in Terra Santa, dove muore il 6 maggio 1884 ad Ain
Karin, il luogo, secondo la tradizione, della Visitazione di Maria a Elisabetta.
I fatti narrati, documentati, riattualizzano ancora una volta le
illuminazioni improvvise e destabilizzanti di Dio che, quando si manifesta
(anche in modi più ordinari di quelli raccontati) trasforma sempre il cuore
dell'uomo con la sua grazia, vincendone l'incredulità e l'avversione.
Non
fece eccezione AlphonseMarie Ratisbonne, che abbandonò senza indugio la
religione di origine per aderire a quella che comprese essere la sola vera.
La sua conversione fu così profonda che anche la morte non era per lui più
motivo di timore, ma anzi il mezzo per poter rincontrare definitivamente la
Vergine apparsa a Roma. Dichiarò, infatti, prima di morire, nonostante si
sentisse peccatore: "Perchè mi tormentate con le vostre cure? La santissima
Vergine mi chiama e io ho bisogno di Lei. Desidero solo Maria! Per me è tutto!".
Solo autosuggestione? Improbabile davvero!