LEONE I MAGNO GRANDISSIMO TRA I GRANDI

di Alberto Azzimonti

Così definito da Pio XII, è il primo Papa a meritare l'appellativo di Magno. Difende l'unità della Chiesa, afferma
il Primato di Roma, spendendosi senza riserve nell'opera pastorale per il bene spirituale e materiale dei fedeli.

Leone è il primo papa nella storia della Chiesa ad affermare energicamente l'autorità e la supremazia anche giunsdizionale del vescovo di Roma nei confronti delle altre sedi patriarcali.

In mezzo a controversie cristologiche, invasioni barbariche, difficoltà amministrative e a uccisioni di imperatori, erige la cattedra di Pietro a guida autorevole sia in campo dottrinale che in quello civile, dove incomincia a sostituire l'ormai sempre più traballante Impero Romano d'Occidente che cadrà, infatti, nel 476.

Nell'enciclica Aeterna Dei sapientia di Giovanni XXIII, Leone è descritto come persona paterna dallo spirito pratico, sempre pronto all'azione. È inoltre acclamato "dottore dell'unità della Chiesa". Leone nasce tra il 390 e il 400 probabilmente in Tuscia, l'attuale Toscana. II suo prestigio, acquisito con la vasta conoscenza della teologia e della retorica, gli fa meritare la carica di arcidiacono al servizio dei papi Celestino I e Sisto III, divenendo pedina fondamentale nel combattere le eresie nestoriana e pelagiana.

Sul finire del 439, l'Imperatore Valentiniano III gli affida una delicata missione in Gallia quale mediatore nella contesa sorta tra il governatore locale Albino e il potente comandante militare Ezio. Ma, mentre attende con successo alla missione, viene improvvisamente eletto successore di Pietro in contumacia, in seguito alla morte di Sisto III. L'avvenimento ha dello straordinario perché se spesso le elezioni papali avvenivano in mezzo a contrasti e a veri e propri tumulti popolari, per Leone tutto si svolse in assoluta concordia e con consenso unanime.

Tanto che il popolo romano attese pazientemente addirittura 40 giorni il suo ritorno dalla Gallia. Viene consacrato vescovo di Roma il 29 settembre 440, data che ogni anno avrebbe celebrato come la sua vera natività. Si impegna da subito nel mantenere integra la dottrina della fede contro le vane eresie, riordina la liturgia e rafforza l'organizzazione ecclesiastica, non dimenticando la cura pastorale sia della comunità romana sia della Chiesa universale, cui si dedica alacremente per favorirne la crescita spirituale (numerose sono le sue omelie e lettere al riguardo giunte sino a noi). In seguito all'invasione dell'Africa settentrionale da parte dei Vandali (439), molti appartenenti alla setta eretica dei manichei ivi presenti si rifugiano a Roma, dove incominciarono un'intensa predicazione della loro dottrina. Papa Leone li contrastò prontamente, riuscendo ad ottenere dall'Imperatore Valentiniano III una costituzione (19 gennaio 445) che bandisce la setta dall'Impero.

Deve intervenire con tutta la sua autorità anche ad Arles, dove il vescovo locale Ilario aspirava a trasformare la sua cattedra in un patriarcato indipendente da Roma. Un sinodo presieduto dal Papa ne annulla tutte le disposizioni. Importante è in questo caso un decreto dell'Imperatore Valentiniano III indirizzato al governatore delle Gallie, nel quale stabilisce che i diritti giurisdizionali del Papa sono riconosciuti senza alcuna restrizione anche da parte dello Stato. Pertanto ogni decisione della sede apostolica ha anche forza di legge.

La più grave e insidiosa eresia dottrinale sorta durante il pontificato di Leone è introdotta dal monaco bizantino Eutiche, il quale afferma e sostiene che le due nature di Gesù Cristo sono talmente intime, che la parte divina sovrasta e assorbe completamente quella umana. Quindi Gesù era vero Dio ma non vero uomo (eresia monofisita). Nel sinodo di Costantinopoli del 448, Eutiche viene subito condannato. II patriarca Flaviano, che presiede l'assise, spedisce una relazione al Papa, il quale risponde con la famosa Epistola dogmatica ad Flavianum del 13 giugno 449, in cui espone magistralmente l'esatta dottrina della doppia natura di Cristo nell'unica persona.

Eutiche, però, non si arrende e con l'appoggio di tutte le sue influenti amicizie convince l'Imperatore orientale Teodosio II a convocare un nuovo sinodo a Efeso (449). Alla prima sessione, presieduta dal patriarca di Alessandria Dioscoro, Eutiche viene dichiarato inaspettatamente ortodosso e Flaviano, a cui non è permesso di leggere l'Epistola dogmatica, viene maltrattato al punto che tre giorni dopo muore. La protesta di Leone verso quello che definì il "latrocinio di Efeso" è immediata. Grazie all'interessamento della nuova Imperatrice Pulcheria (succeduta al defunto Teodosio II) e di suo marito Marciano, viene convocato un concilio ecumenico per dinmere definitivamente la questione.

II Concilio di Calcedonia dell'8 ottobre 451 è il più importante dell'era patristica della Chiesa sia per le decisioni dottrinali prese, che per la quantità dei padri conciliari presenti. II monofisismo di Eutiche viene definitivamente condannato. L'Epistola dogmatica è letta e accettata da tutti i padri conciliari, i quali riconoscono che "attraverso Leone Pietro ha detto queste cose".

L'episodio più noto del pontificato di Leone è sicuramente l'alt imposto al barbaro Attila. In quel periodo gli Unni avevano già invaso il nord Italia, senza che l'imperatore Valentiniano III riuscisse a fermarli.

Ormai puntavano decisamente verso Roma. Leone gli si fa incontro sulle sponde del Mincio nei pressi di Mantova indifeso, confidando solo "nell'aiuto del Cielo, il quale mai abbandona i buoni nelle loro disgrazie". Non si sa quale sia stato l'argomento decisivo, fatto sta che "il flagello di Dio" decide di interrompere la sua corsa e di ritirarsi fino oltre il Danubio. Purtroppo non ottiene lo stesso successo con l'altro re Vandalo Genserico il quale, approfittando dei gravi disordini politici ai vertici dell'Impero, sbarca ad Ostia per saccheggiare Roma. Leone, anche questa volta, è l'unico in grado di affrontarlo. Ottiene almeno che durante la razzia della città nessuna persona venga ferita o uccisa.

Tutto questo non fa che accrescere ancora di più il suo prestigio, tanto che è il primo Papa a essere sepolto dopo la sua morte (avvenuta il 10 novembre 461) nel portico della basilica di S Pietro. Papa Sergio I nel 688 ne trasporta i resti all'interno della basilica, mentre Papa Benedetto XIV il 15 ottobre 1754 proclama Leone Dottore della Chiesa.

Nome: Leone
Data nascita: tra il 390 e il 400
Elezione: 29 settembre 440
Durata del pontificato: 21 anni 1 mese 13 giorni
Data morte: 1º novembre 461
Sepolto: Basilica di S. Pietro
Festa: 10 novembre
Posizione cronologica: 45

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"Alla seduta inaugurale del Concilio di Calcedonia (451) vi è subito una dimostrazione del ruolo preminente del romano Pontefice. Infatti, il legato del Papa si oppone alla partecipazione al Concilio del vescovo di Alessandria Dioscoro: "Abbiamo con noi le istruzioni del beato ed apostolico vescovo della città dei romani [Leone I], il quale è capo di tutte le chiese'. L'affermazione che dice essere il vescovo di Roma 'capo di tutte le chiese', pronunciata solennemente dinanzi a tutti dal legato pontificio, non scandalizza i presenti, e nessuno quindi contesta, neppure il Patriarca di Costantinopoli" (Gianpaolo Barra, II Primato di Pietro nella storia della Chiesa, MimepDocete, Pessano 1995, p. 75).

Bibliografia

Lucio Casula, La Cristologia di San Leone Magno, Edizioni Glossa, Milano, 2000.
Pio XII, Sempiternus Rex Christus, 1951
Giovanni XXIII, Aeterna Dei, 1961