Clive Staples Lewis
A viso scoperto
Un mito rinarrato
Jaca Letteraria (Via A. Saffi n. 19 - 22123 Milano), Milano 1983
[ISBN-88-16-50012-3] Pagg. 302 - Lire 17.000
"A viso scoperto" è una reinterpretazione del mito di Amore e Psiche, che aveva affascinato Lewis sin dagli anni del liceo, al punto che egli stesso confessa: "potrei dire che vi ho lavorato sopra per la maggior parte della mia vita".
Se la fonte della storia è dichiaratamente l'allegoria antica il racconto che per lunghi anni ha acquistato spessore e forza nella mente di Lewis risulta al lettore molto differente.
Ci troviamo in un clima lontano dalle grandi civiltà classiche, in un luogo rintracciabile forse in Turchia, forse vicino al Mar Rosso, in un'epoca situabile tra la morte di Socrate e la nascita di Cristo. Un monarca brutale e incompetente regna in un rozzo palazzo e ha tre figlie: Orual, la donna guerriero dall'orribile viso, Redival e Psiche. È un mondo in attesa, in transizione, dove un vecchio ordine spirituale sta morendo e uno nuovo sta per prendere il suo posto. È il mondo in cui si apre un'intricata vicenda: avvenimenti politici e militari, una carestia, un sacrificio, amori, invidie, pentimenti. Il tutto andrà a lavorare attorno al filo centrale della ricerca di una conoscenza di sé.
Spicca tra i personaggi Orual, la sorella brutta e gelosa di Psiche, che qualche critico considera in parte un autoritratto dell'autore stesso e che nel corso del romanzo sarà protagonista di una drammatica trasformazione.
Abbondano sogni e visioni, vengono aperti trabocchetti, che trasportano verso archetipi situati nel profondo. In questo libro, che egli stesso considera — come la maggior parte dei suoi critici — la sua migliore opera narrativa, Lewis ha creato dei personaggi multidimensionali, misti di bene e di male in proporzioni sempre mutanti, ha creato come non aveva mai fatto dei reali esseri umani.
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